Danilo Paolo Pavone è un fotografo professionista esperto nella documentazione video e fotografica di contesti, monumenti e reperti archeologici. La sua esperienza, maturata con una pluriennale attività professionale nei più vari contesti in cui la documentazione fotografica può essere applicata, è stata sempre sostenuta dalla capacità di sperimentare differenti tecniche e strumentazioni di ripresa audio, video e fotografica, sapientemente unita all’utilizzo di strategie e risorse informatiche per l’archiviazione delle immagini, la post-produzione fotografica, la modellazione 3D. All’approccio professionale come strumento di documentazione,  si è sempre unito in Danilo Paolo Pavone quello artistico, che lo ha portato a vedere nella fotografia un potente strumento di espressione e comunicazione di contenuti fortemente personali.
Il primo incontro di Danilo Paolo Pavone con il mondo della documentazione video e fotografica è avvenuto all’età di diciotto anni, con l’assunzione, in qualità di assistente operatore, in un’azienda cinematografica al seguito del maestro Angelo Strano. Durante il servizio militare, svolto nella Scuola Militare delle Trasmissioni (S.C.U.T.), ha conseguito la prima qualifica professionale di fotografo. La formazione personale è proseguita poi con il conseguimento, nel 1995, presso l’Istituto per l’Arte e il Restauro di Firenze, di una specializzazione in tecniche fotografiche per il restauro di opere d’arte, formazione completata nel 1997 con il conseguimento, presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, di un diploma Accademico di Scenografia, equipollente all’attuale corso di laurea in Scienze delle Spettacolo e produzione multimediale, classe LM-65. Negli stessi anni della formazione accademica l’inizio di una collaborazione con l’Istituto di Archeologia dell’Università di Catania ha offerto a Danilo Paolo Pavone la possibilità di partecipare a diverse missioni archeologiche italiane a Paphos (Cipro), dirette dal professore Filippo Giudice, docente di Archeologia greca presso l’ateneo catanese, attività che gli ha permesso di maturare le prime esperienze nel campo del rilievo e della documentazione fotografica di contesti di scavo, di evidenze monumentali e di reperti archeologici, mettendo in pratica le nozioni e le tecniche fino al quel momento apprese e relative allo sviluppo e alla stampa di fotografie analogiche in bianco e nero.
Il trasferimento in Portogallo, nello stesso 1997, se sancì da un lato la conclusione del periodo di studi offrì a Danilo Paolo Pavone la possibilità di entrare in contatto con una realtà straniera che seppe esercitare forti stimoli umani e professionali. Iniziò un proficuo periodo di collaborazione con l’Istituto Portoguês do Património Arquitectonico (IPPAR) e con i principali musei nazionali (Museu de Património Arqueólogico e Histórico Celeiro da Patriarcal, Museu Municipal de Vila Franca de Xira, Museu Monografico de Conimbriga, Museu Machado Castro, Museu Arqueologico de Cascais, Museu dos Lanificios) che gli permise di approfondire le tecniche di ripresa e documentazione acquisite con la partecipazione a numerosi progetti di rilievo fotografico sia in campo architettonico e paesaggistico, sia con la documentazione di scavi archeologici e collezioni museali, finalizzati alla ricerca e divulgazione dei risultati sia tramite supporti multimediale, che con edizioni a stampa. Numerose furono le tecniche di ripresa - sia analogiche, che digitali (macro e micro fotografia, riprese verticali, fotogrammetria, fotoritocco, rendering) - e i mezzi di riproduzione utilizzati, come i supporti analogico 6x7cm o le stampe in digitale.
Molte delle conoscenze acquisite divengono frattanto materia d’insegnamento in numerosi corsi di formazione, che Danilo Paolo Pavone ha tenuto nell’ambito delle collaborazioni instaurate con gli Enti culturali, museali e di tutela portoghesi.
Continua nello stesso tempo la sperimentazione volta all’utilizzo della fotografia come mezzo di espressione artistica che si concretizza con il conseguimento nel 2003 del primo premio alla VIII Biennale di Fotografia di Vila Franca de Xira. Particolarmente importati furono al tal riguardo le esperienze che Danilo Paolo Pavone maturò negli stessi anni realizzando numerosi prodotti pubblicitari per studi fotografici, professionisti e attività commerciali, esperienza che costituì un forte stimolo verso la contaminazione artistica in ambito fotografico e l’apertura nei confronti degli odierni sviluppi tecnologici, alla base di tutta la successiva carriera professionale.
Forte di questa esperienza pian piano maturò in Danilo Paolo Pavone l’esigenza di oltrepassare una concezione della una fotografia che, pur essendo fortemente espressiva e documentaria, rimaneva pur sempre relegata in una dimensione “statica”, con scarse possibilità di coinvolgimento e d’iterazione con l’utente. Ciò determinò l’inizio di una nuova fase professionale, indirizzata verso una fotografia che, con un termine mutuato dall’evoluzione di internet, può essere definita “2.0”, una fotografia capace di interagire in modo dinamico e in una dimensione tridimensionale con l’utente, a cui intende offrire la possibilità di un’esperienza immersiva e fortemente coinvolgente. Nacque l’esigenza di sperimentare nuove tecniche di ripresa fotografica (panoramiche, equirettangolari, bolle 360°) e nuove strumentazioni, insieme alla necessità di apprendere l’utilizzo di software di modellazione 3D (Blender) e linguaggi di programmazione (HTML5, XML) che rendessero possibile giungere ad una fotografia dinamica ed immersiva, che fosse al contempo facilmente fruibile tramite le risorse messe a disposizione dal web.
Tale ricerca accompagnò Danilo Paolo Pavone nel suo ritorno, nel 2009, in Sicilia, rientro determinato dalla nascita del suo primogenito. Iniziò un nuovo periodo ricco di stimoli, collaborazioni e esperienze che, strette con realtà professionali e Istituzioni di grande rilievo, come lo studio fotografico di Maurizio Marcato a Verona e il Politecnico di Milano, permisero a Danilo Paolo Pavone di travalicare i confini regionali, in cui rischiava di rimanere rinchiuso dal suo rientro a Catania. Oltre ad attività di docenza, come assistente del prof. Maurizio Marcato titolare della cattedra di fotografia per il design di moda presso Politecnico di Milano, fondamentali, in questa fase furono gli stimoli derivati dal mondo pubblicitario, che si dimostrò particolarmente attento nel cogliere le potenzialità insite nel connubio fra fotografia e tecnologia informatica. Le collaborazioni con aziende leader sul panorama nazionale nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, attratte dalla possibilità di pubblicizzare i loro prodotti tramite gallerie immersive capaci di porsi come showroom virtuali, realizzati con successione di bolle fotografiche 360° e foto equirettangolari e fruibili tramite web attraverso piattaforme appositamente progettate in HTML5 e XML, si sono rivelati un’idea vincente, sfruttata da Danilo Paolo Pavone anche in diversi lavori realizzati per Google Business Photo.
L’applicazione nell’ambito dei Beni culturali delle tecniche appena descritte fu resa possibile grazie a un rapporto di collaborazione instaurato, e ancora in corso di svolgimento tramite un assegno di ricerca annuale, con l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, diretto dal dott. Daniele Malfitana. Tale proficua collaborazione iniziò nel 2014 con il coinvolgimento di Danilo Paolo Pavone all’interno del progetto “Science & Technology Digital Library” volto alla digitalizzazione e fruizione tramite web del patrimonio librario della Biblioteca Civica Ursino e Recupero di Catania, conservante centinaia di manoscritti e cinquecentine. Fu una nuova esperienza, nell’ambito della quale risultò cruciale l’approfondimento metodologico necessario per la digitalizzazione di documenti librari, fotografie analogiche, a colori e in bianco e nero, per il fotoritocco tramite l’applicazione di filtri digitali, per l’ottimizzazione in vista di una visualizzazione web, ma anche della messa appunto di apposite strategie di archiviazione e metadatazione dei file master e delle copie digitali ottenute.
I successivi contratti di collaborazione con l’IBAM-CNR, nell’ambito di progetti di ricerca scientifici come “Filling the gap: una cultura scientifica per gli umanisti”, “Scienze per la DIPLOMAzia: programma di formazione plurisettoriale”, “Dicet: Living Lab di Cultura e Tecnologia”, “TRIPeMOTION”, inaugurarono una nuova intesa stagione di sperimentazioni dove le tecnologie e le capacità acquisite furono sfruttate per offrire pieno supporto a tutte le attività di ricerca scientifica, restauro digitale, divulgazione dei risultati al grande pubblico in cui l’Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali è costantemente impegnato, attraverso il Laboratorio di Archeologia Immersiva e Multimediale di cui Danilo Paolo Pavone entra a fare parte. Nascono in questo modo le gallerie immersive di contesti archeologici e monumentali, fruibili tramite qualsiasi device con accesso ad internet, che, come il complesso delle terme achilliane di Catania o i rifugi antiaerei presenti nel sottosuolo della città, sono afflitti da problematiche di conservazione e fruizione al grande pubblico, o, come nel caso della Cattedrale di Catania o della Presidenza del CNR di Roma, vedono configurarsi, con le gallerie immersive, una nuova occasione di comunicazione con il grande pubblico o di supporto alle attività di ricerca e restauro. In quest’ultimo ambito rientra, per esempio, la galleria immersiva della necropoli di Porta Nocera a Pompei, realizzata in occasione del progetto internazionale di ricerca e restauro Pompeii Sustainable Preservation Project, svolto dall’IBAM-CNR in collaborazione con il Frauhnofer Institut per la fisica delle costruzioni e l’Università delle Tecniche di Monaco. La realizzazione di modelli 3D di monumenti archeologici, come le già ricordate Terme achilliane, le terme di Sagalassos (Turchia) - realizzate nell’ambito del progetto italo-belga “ROMA” (Roman Baths archaeological, Conservation and Heritage Management) -, si aggiungono ai modelli tridimensionli di contesti archeologici di grande respiro, come la Necropoli di Porta Nocera (Pompei) o di singoli oggetti o reperti archeologici, quali il modellino in sughero di Pompei, un cratere a figure rosse o dei frammenti di statuaria bronzea, conservati nelle collezioni del Civico Museo di Castello Ursino di Catania. Si tratta di modelli realizzati a partire da dataset fotografici digitali o analogici, comprese foto storiche e coppie stereoscopiche, o tramite nuvole di punti da scansioni laser, che se da un lato offrono un supporto alle attività di ricerca scientifica, agli interventi di restauro tradizionale o digitale, al monitoraggio, offrono inoltre la possibilità di simulare ipotesi ricostruttive, divulgandone i risultati al grande pubblico, attraverso modelli fruibili su piattaforme web appositamente realizzate e capaci di sfruttare le moderne risorse della realtà e della virtualità aumentata, ma anche di docu-video, prodotti multimendiali e App per mobile indirizzati ad un ampio e variegato pubblico. Tale intensa attività ha portato Danilo Paolo Pavone ad approfondire tutte le tecniche attualmente disponibili per la ripresa fotografica, ortofotogrammetrica e laser scanner, il fotoritocco, la modellazione 3D, l’ottimizzazione dei modelli per l’ambiente web, la progettazione di piattaforme di fruizione capaci di gestire e supportare anche metodi RTI, tramite l’utilizzo di un’ampia gamma di risorse software sia open source, che proprietarie (Suite Adobe, Photscan, Bleder, Cinema 4D, KRpano, V-Ray, Octane, Cycle).
L’attività svolta all’interno dell’IBAM ha infine portato Danilo Paolo Pavone a offrire il pieno supporto durante numerosi eventi che l’istituto dal 2014 ad oggi ha organizzato (convegni, mostre, conferenze, workshop tematici, mostre fotografiche), con la realizzazione di riprese video e fotografiche, utilizzate per la divulgazione web, attraverso i siti istituzionali, o confluite all’interno di pubblicazioni e contributi a stampa.






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